Colonscopia virtuale TC: cosa indaga e quando è consigliata
La colonscopia virtuale è un esame radiologico eseguito tramite apparecchio per tomografia computerizzata (TC o TAC), a bassa dose di radiazioni e poco invasivo, che consente di simulare la colonscopia tradizionale tramite una ricostruzione 3D dell’intestino.
La colonscopia virtuale può essere un fondamentale complemento della colonscopia tradizionale o addirittura un’alternativa in caso di pazienti con difficoltà ad effettuare l’esame di tipo tradizionale o soggetti a rischi correlati al tipo di procedura. E’ particolarmente indicata per problematiche come diverticolosi, ricerca di polipi intestinali e neoformazioni tumorali. La colonscopia virtuale offre un livello di accuratezza pari a quello della colonscopia per quanto riguarda i polipi di dimensioni maggiori di 6mm, mentre ha limiti tecnici nell’individuazione di formazioni più piccole o lesioni piatte delle mucose. Altra differenza sostanziale, dovuta all’assenza di invasività meccanica, è l’impossibilità di rimuovere i polipi e di effettuare quindi direttamente eventuali prelievi bioptici.
Dal punti di vista procedurale, l’esame si esegue previa assunzione di un farmaco di contrasto, per ingestione o per via anorettale, utile a diversificare le formazioni (polipi, ecc) rispetto agli accumuli di feci; viene poi inserita una sonda rettale di piccole dimensioni per distendere l’intestino crasso attraverso insufflazione di aria, per poi procedere al protocollo di acquisizione radiologica vero e proprio, in posizione prona e supina. L’esame è sostanzialmente indolore e ha una durata complessiva di poche decine di minuti, compresa la preparazione. Una volta acquisite le immagini sarà un software informatico a produrre una elaborazione grafica tridimensionale degli organi scansionati. Al termine della procedura il paziente torna immediatamente alla propria routine, senza effetti collaterali se non sporadicamente un leggero e temporaneo senso di gonfiore addominale.
Per eseguire l’esame nelle condizioni migliori, generalmente si richiede di seguire una dieta priva di scorie nei giorni antecedenti la procedura e di assumere un leggerissimo lassativo per aiutare a liberare più possibile l’intestino.
Ad oggi questo esame è al vaglio come strumento di diagnosi precoce nei pazienti con familiarità ai tumori intestinali e potrebbe, nei prossimi anni, entrare a far parte di percorsi di screening oncologici di prevenzione.
FONTI:
airc.it
gavazzeni.it
siccr.org