Trombosi: cause, sintomi e conseguenze
La trombosi è una patologia cardiovascolare provocata dalla presenza di un trombo – un grumo di sangue – formatosi a seguito dell’alterazione della coagulazione sanguigna; il trombo generalmente provoca una ostruzione più o meno importante del flusso ematico di un vaso sanguigno (vena o arteria).
La trombosi venosa si suddivide in superficiale e profonda, a seconda del tipo di vaso sanguigno interessato. Le principali cause all’origine di questo tipo di problematica sono traumi, interventi chirurgici, immobilità prolungata e patologie tumorali.
Dal punto di vista della sintomatologia, i segnali più frequenti della possibile presenza di una trombosi venosa superficiale sono l’ingrossamento di una o più vene sottocutanee con arrossamento della pelle. Nel caso di TVP (trombosi venosa profonda), il più delle volte a carico delle gambe, i sintomi sono invece meno evidenti e di carattere più generico: sensazione di pesantezza ed intorpidimento di un arto, gonfiore, dolore localizzato. Trattandosi quindi di sintomi comuni a diverse problematiche è molto importante prestarci attenzione soprattutto se in presenza dei principali fattori scatenanti.
Quando il trombo si stacca può raggiungere anche i polmoni (embolia polmonare), spinto dal flusso ematico “di ritorno” verso il cuore; è questa una delle complicanze più pericolose di questa patologia, purtroppo molto diffusa nei casi di TVP. In questo caso i sintomi sono abbastanza chiari ed importanti: dolore al petto, tosse con presenza di sangue e respiro affannato.
Le trombosi arteriose, invece, sono frequentemente causata da aterosclerosi (una patologia caratterizzata dalla formazione di placche sulle pareti delle arterie che possono staccarsi e generare trombi ostruttivi).
Ciò che generalmente caratterizza questo tipo di trombosi è l’ischemia, ovvero un carente afflusso di sangue ad un organo; l’organo interessato sarà molto dolorante. Quando poi a patire l’assenza di sangue è il cervello (ictus cerebrale) si verificano quasi sempre indebolimento e perdita di sensibilità di una parte del corpo oltre a difficoltà a parlare.
Da un punto di vista diagnostico, l’ecocolordoppler è l’esame principale per la valutazione tempestiva delle trombosi e del loro livello di gravità. L’angiologo, valutando la presenza di coaguli ed il flusso, potrà determinare infatti la tipologia di approccio terapeutico più adatta a gestire l’emergenza o a ridurre il più possibile le complicazioni derivanti. Sempre l’angiologo potrà poi dare una serie di indicazioni comportamentali e prescrivere terapie adiuvanti che riducono notevolmente il rischio di trombosi in pazienti predisposti.
Fonti:
Trombosi.org
Siset.org
Fcsa.it